giovedì 8 novembre 2007

Liberarsi del peperoncino

Il peperoncino è una spezia favolosa per chi lo apprezza. Per chi non lo apprezza o è ai primi approcci con la rossa prelibatezza, la conoscenza reciproca può essere traumatica.

Il principio che fa "bruciare" il peperoncino è la capsaicina che è contenuta soprattutto nei semi e che viene liberata facilmente quando si scalda.

NO PANIC BUTTON Se ne avete mangiato un chilo, se vi è andato su per il naso (negli occhi è diverso ma simile) e vi sembra di andare e fuoco, non vi preoccupate. Non morirete. La capsaicina stimola dei centri nervosi cerebrali che interpretano il segnare come dolore quando in realtà non c'è danno tissutale cioè la vostra lingua sta benissimo anche se sembra che si stia carbonizzando.

Appuranto che la nostra lingua non si sta per sciogliere da un momento all'altro, possiamo tentare di mitigare il sintomo. La capsaicina è una molecola solubile nei grassi quindi per eliminarla occorre qualcosa in cui la molecola si sciolga e che la porti via dai recettori della lingua.

1) Latte: una volta funzionava bene, quando era crudo e intero. Chi ha la fortuna di averlo (come me...) lo può usare con risultati soddisfacenti. Il parzialmente scremato è quasi controproducente. Evita.

2) Yogurth: quello intero è il migliore ma anche gli altri fanno qualcosa. Poi è freddo quindi aiuta. Da tenere in bocca un pò poi da mandare giù. Credo sia il migliore.

3) Olio: scientificamente è la scelta migliore ma culinariamente credo sia improponibile.

4) In omnia pericula: il pane è il rimedio della nonna, non funziona molto ma aiuta, asportando meccanicamente le molecole che acora girano in bocca

DA NON FARE quello da non fare è la risposta più ovvia (senno che lo scrivevo a fare il post?!) bere acqua. L'acqua vi pulisce la bocca dalle particelle in sospensione nella saliva e da quelle solubili legate sulla lingua, tra le quali non c'è la capsaicina. La nostra amica quindi resta legata ai recettori sulla lingua indisturbata a fare danni mentre voi le avete procurato un bell'ambiente per agire, rinnovando la saliva (che è per lo più acqua) ed eli
minando meccanicamente le sostanze oleose che avrebbero potuto mitigarla eventulmente presenti nella saliva precedente.

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